"𝙐𝙣𝙖 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙙𝙖 𝙧𝙖𝙘𝙘𝙤𝙣𝙩𝙖𝙧𝙚: 𝙞𝙡 𝘾𝙤𝙫𝙞𝙙 𝙫𝙞𝙨𝙩𝙤 𝙙𝙖 𝙣𝙤𝙞 𝙖𝙙𝙤𝙡𝙚𝙨𝙘𝙚𝙣𝙩𝙞"
Le generazioni che ora frequentano la scuola si stanno confrontando per la prima volta con un evento nuovo e drammatico come la pandemia. I dati delle indagini rivelano che per il 38% degli adolescenti la didattica a distanza è un’esperienza negativa, la principale difficoltà è rappresentata dalla fatica a concentrarsi per seguire le lezioni online e dai problemi tecnici dovuti alla connessione internet. Per il 46% degli adolescenti il 2020 è stato un anno sprecato, i ragazzi tuttavia, hanno riscoperto il valore della relazione dal vivo con i coetanei. Tra le privazioni per le quali gli studenti hanno sofferto di più c’è anche quella di non aver potuto vivere esperienze sentimentali, importanti per la loro età. Stanchezza, incertezza e preoccupazione sono i principali stati d’animo che i ragazzi hanno dichiarato di vivere in questo periodo. Per i nostri giovani, quelli che fra pochi anni o mesi, si troveranno ad entrare nel mondo del lavoro si tratta di essere pronti ad accettare nuove sfide che la pandemia globale ha lanciato a tutti noi. Si è parlato molto di bambini in questa quarantena, del loro diritto alla socialità, al movimento e al gioco all’aperto e di come stimolarli a casa. Si è parlato molto degli anziani, della loro solitudine, del dolore di morire senza un ultimo abbraccio. Si è parlato molto anche dei genitori, divisi tra smart working e figli. Poco o per nulla si è parlato di loro: adolescenti. Li abbiamo visti all’improvviso scomparire da qualsiasi luogo di aggregazione, inghiottiti nelle loro case, tra videolezioni, serie tv, e social network. Li abbiamo visti rinunciare alla libertà e ai primi amori.
Qualcuno ha dovuto rinunciare ai tornei di basket, alle scuole di danza o al corso di chitarra, ma la verità è che questi ragazzi hanno una rosa di possibilità per galleggiare nella socialità che era inimmaginabile anche solo 15 anni fa. Questa è la prima pandemia nata nell’era digitale. Fosse arrivata negli anni 80, sarebbe servita l’autocertificazione per andare a telefonare a un amico o a un fidanzato nella cabina a gettoni. Cabina a gettoni che forse avremmo trovato sigillata, visto che sarebbe stata il luogo infetto per eccellenza. Il livello di istruzione degli adulti, era decisamente più basso, molti di noi si sarebbero ritrovati in casa con genitori analfabeti, senza poter andare a scuola. E non è che avremmo avuto la dad. Oggi gli adolescenti, in un mondo costretto all’immobilità, possono conoscersi, connettersi, innaffiare amori e amicizie, perfino corteggiarsi, certo, toccandosi poco. E in fondo, quello che prima era il problema (stanno sempre sui social anziché vedersi), oggi è la soluzione. Nella stessa situazione, 20 anni fa, avremmo vissuto in una bolla di solitudine.
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